Oggi parliamo di un fenomeno che all’Associazione Andrea Tudisco abbiamo molto a cuore. Lo sentiamo nominare molto raramente dai media nazionali, eppure interessa moltissime persone in Italia. Stiamo parlando delle migrazioni sanitarie. Secondo l’ultimo studio realizzato dall’istituto di ricerca Censis nel 2017, in Italia sono circa 750 mila le persone che hanno scelto di farsi ricoverare in una regione diversa dalla propria.
I dati a disposizione non sono molti, e se consideriamo che gli ospedali italiani sono un punto di arrivo anche per migranti provenienti da altre nazioni, o addirittura altri continenti, i contorni del fenomeno si fanno ancora più difficili da tracciare. Non è un caso, infatti, che abbiamo usato una definizione al plurale. Le migrazioni sanitarie sono un fenomeno complesso, non unitario. E forse è proprio questo uno dei motivi per cui la nostra coscienza collettiva ha praticamente rimosso il problema.
Le motivazioni che spingono le persone a mettersi in viaggio sono varie: da chi vuole ricevere una assistenza sanitaria migliore, a chi per necessità è letteralmente obbligato a migrare. Vi sono delle situazioni di “normalità”, altre di disagio e di difficoltà più o meno grandi, ma anche delle situazioni di estrema drammaticità di cui si parla molto poco.
Chi viaggia per molti chilometri per curarsi, oltre al fardello della malattia, è costretto ad affrontare numerose difficoltà: dai disagi legati agli spostamenti, ai costi economici, fino a difficoltà di natura psicologica ed emozionale.
Per noi dell’Associazione Andrea Tudisco, è arrivato il momento di affrontare questi temi, perché anche la conoscenza e la sensibilizzazione sono parte della cura.