La Migrazione Sanitaria – Parte seconda
Un tipo di migrazione sanitaria particolarmente delicata è quella che coinvolge i minori.
Vi sono diversi motivi. Le patologie pediatriche sono spesso complesse, e prevedono periodi di permanenza particolarmente lunghi. In Italia i bambini con malattie croniche e rare sono tra i soggetti che di più contribuiscono alla mobilità sanitaria interregionale.
Inoltre la malattia del minore coinvolge irrimediabilmente anche i genitori. Lo spostamento determina difficoltà economiche per le famiglie, tanto per le spese di trasferimento, quanto per difficoltà che riguardano la sfera lavorativa dei genitori. Per altro verso, i minori hanno anche problemi connessi alla attività scolastica, e alla mancata socializzazione, il cui peso è maggiore che negli adulti.
Per dare un’idea del fenomeno, nel 2018 erano circa 71.000 i bambini e gli adolescenti che sono stati costretti a migrare, di questi la gran parte proviene dalle regioni meridionali. Secondo ricerche condotte dalla Società Italiana di Pediatria, un bambino che vive nel Mezzogiorno ha un rischio del 70% maggiore rispetto a un suo coetaneo del Centro-Nord di dover migrare in altre regioni per curarsi.
È evidente che questo tipo di migrazione sanitaria rientra quasi sempre negli spostamenti per necessità. Le famiglie sono costrette a migrare in ospedali di altre città, prima di tutto perché al Sud mancano centri di riferimento per patologie pediatriche. Ma soprattutto perché affrontare un viaggio con un minore è certamente un disagio non giustificato dalla semplice ricerca di una qualità maggiore dell’assistenza sanitaria.